È dato ormai come assunto che la forza ancestrale del nostro Paese risieda nelle piccole officine e nelle botteghe.
Entità produttive dove creare con orgoglio quel che è e sarà il Made in Italy. Officine che vantano un nome italiano e dove è ancora possibile scorgere il fondatore muoversi tra le corsie di produzione animate da donne e uomini allevati e cresciuti in esse.
Entità che sono il vero Prodotto Italiano da proteggere e preservare. Un prodotto unico e inimitabile, un lascito dei nostri nonni che dovremmo essere capaci di trasferire ai nostri figli.
Le officine temprate dalla caparbietà, Tutte devono però evolvere e strutturarsi per affrontare il nostro tempo, molto più labile e sfuggente rispetto a quello della loro genesi. È imprescindibile ammorbidirne l’essenza, aumentarne la duttilità e la snellezza.
Adesso è responsabilità dell’ingegneria di concetto il gravoso compito di elevarne lo sguardo, di accrescerne la curiosità abbattendo la ritrosia al cambiamento.
L’ingegneria artigiana che si confronta con gli artigiani ne acquisisce i segreti e li integrarli in principi di metodo così da potere restituire osservazioni nuove in uno scenario noto. L’obiettivo è conseguire il miglior punto di osservazione tale da consentirci di estendere il campo di azione divenendone fulcro.
Di contro, gli Artigiani scoprono l’ingegneria dapprima diffidandone, pur con rispetto, per poi intravedere la loro esperienza nella conoscenza scritta. Diventa orgoglio, partecipazione, voglia di scrivere in prima persona, diventa lo sguardo al futuro.
Il risultato sarà un terreno fertile in cui potere piantare nuove ambizioni, dove associare a vecchi strumenti nuovi usi, dove introdurre nuove domande senza diffidenza.
Saranno Officine Snelle, connubio di creatività e disciplina.